Un mancato trattamento di tali acque reflue genera un impatto negativo sul comparto atmosferico a causa dell’eventuale evaporazione del contenuto di petrolio e idrocarburi nell’atmosfera \cite{hasan2015},così come uno scarico nei corpi idrici provoca effetti sull’ambiente e sulla salute umana a causa del rilascio di contaminanti tossici (idrocarburi, fenolo e minerali disciolti) \cite{hung-suckpark2008} \cite{aziz2011} . Per tali ragioni è necessario attenersi alle prescrizioni indicate dalle normative ,come l’Agenzia per la protezione dell’ambiente statunitense (USEPA), in particolare Clean Water Act (CWA) che vieta lo scarico di petrolio o sostanze pericolose in quantità che possano essere dannose per la salute pubblica ,il benessere e l'ambiente. Per garantire la conformità di tali impianti alla normativa sono condotte periodicamente delle ispezioni \cite{fms45l}.In Italia le caratteristiche delle acque reflue allo scarico vengono regolamentate dal Dlgs.152/2006 “Testo unico Ambientale”, Tabella 3 Allegato 5\cite{ambientale2006}.
Al fine di rendere tali acque meno pericolose è possibile utilizzare una vasta gamma di trattamenti. Tra i processi biologici a colture sospese troviamo l’SBR (Sequencial Batch Reactor) da cui si ottiene una rimozione del fenolo pari al 99% ma scarsa sedimentabilità dei fanghi \cite{1993}. Analogamente con un MBR si ottengono rimozioni elevate , quali COD (78-98%), BOD (96-99%), SS (74-99%) e torbidità (99-100%)\cite{jzhaochun1999}. La presenza di composti tossici, però, inibiscono il processo biologico . E’ possibile, inoltre, utilizzare anche processi chimico- fisici ,come l’adsorbimento preferito per lo più a causa della semplicità di applicazione e convenienza economica. Sokker et al (2011)\cite{eel-anadouli2011}ha utilizzato una concentrazione iniziale di 0,5-30 g/L di adsorbente a base di chitosan con elevata efficienza di rimozione dei contaminanti. Altro metodo di trattamento utilizzabile è la flottazione implementata alla coagulazione-flocculazione per la rimozione di idrocarburi dalle acque reflue oleose \cite{eboaventura2012}. Di recente si sta sta ponendo l’attenzione sul trattamento elettrochimico ,in quanto caratterizzato da facilità di funzionamento e ridotta produzione di fanghi . El Naas et. al (2009) propone esperimenti di elettrocoagulazione valutando la rimozione di COD e solfato con diversi tipi di elettrodi: alluminio, acciaio inossidabile e ferro a 25°C e diverse densità di corrente nell'intervallo 2-13 mA/cm2. L'elettrodo di alluminio ha garantito la più alta rimozione di solfato del 93%, più di 2,5 volte in più rispetto agli altri elettrodi ed il 63% di rimozione del COD \cite{makhlouf2009} . Tiwari et al.(2013) ha condotto studi sulla rimozione del petrolio da effluenti oleosi ottenuti dai giacimenti del nord Gujarat in India mediante processo di elettroflottazione utilizzando elettrodi di alluminio. I risultati ottenuti hanno dimostrato una rimozione dell'olio del 90,7% e del 97,9% a pH 4,54 e 9,5, rispettivamente \cite{2011} .
Con tali premesse si presenta uno studio avente l’obiettivo di studiare l’efficienza del processo di elettrocoagulazione/flottazione (ECF) per la rimozione dell'olio dalle acque reflue industriali petrolifere utilizzando elettrodi diversi.