Il sito in questione si trova in un’area altamente industriale nella zona est di Londra che comprende una superficie di circa 0,3 ettari, dove è presente un’ampia e variegata contaminazione in diverse aree interne a seguito di attività storiche e attuali. Questa condizione è aggravata dall’elevata sensibilità delle acque sotterranee e della presenza del fiume Lea lungo il confine orientale del sito.
Prima di scegliere un’adeguata opzione di risanamento, è stata intrapresa una valutazione del rischio qualitativo basata su un modello sorgente-percorso-bersaglio per valutare i rischi individuati durante le indagini intrusive. Da questa valutazione dei rischi è emerso che i suoli presenti nel sito rappresentavano un rischio elevato per i futuri utilizzatori del sito e per i lavoratori edili attraverso l’ingestione, l’inalazione e l’esposizione cutanea. 
La scelta della strategia di risanamento ottimale deve considerare una serie di fattori, quali: lo spazio disponibile limitato, sistema stradale locale congestionato, futura implementazione della Direttiva sulle Discariche, tempi di sviluppo e budget, requisiti dell’agenzia per l’ambiente, dell’autorità locale e del servizio pubblico, problemi di sostenibilità, presenza di due acqua poco profonda di grande diametro che alimentano il sito e un grado di rischio residuo accettabile/potenziale di responsabilità. Sulla base delle considerazioni precedenti si è considerato che la soluzione di Dig and Dump non fosse economicamente sostenibile. L’inadeguatezza, le restrizioni di spazio e un’elevata falda freatica hanno precluso l’uso del trattamento ex situ dell’intero sito. Inoltre, sulla base dei risultati delle indagini in campo, si è ritenuto che la soluzione di risanamento economicamente ed ambientalmente più sostenibile per il sito fosse l’uso di un Sistema di Contenimento Attivo (Active Containment System) sotto forma di tagliafuori muratura nelle profonde argille impermeabili del Lambeth Group. Questo sistema è illustrato nella (Fig. 3).