Il quadro attuale di tecnologie di bonifica e messa in sicurezza vede scavo e smaltimento quali pratiche più comuni per il trattamento del suolo e pump & treat e barriere di confinamento fisico per il trattamento della falda. Minormente utilizzati a livello nazionale sono i trattamenti termici, le barriere permeabili reattive e i sistemi di phytoremediation, i quali, pur essendo maggiormente sostenibili, vengono ignorati a causa del desiderio di una soluzione rapida e semplice seppur associata a costi elevati, grandi emissioni di gas a effetto serra, notevole produzione di rifiuti, utilizzo di risorse naturali non rinnovabili e notevole rumore e polvere in loco. Per evitare che ciò avvenga, L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha realizzato una
matrice di screening come strumento di supporto alle decisioni nella selezione delle tecnologie potenzialmente applicabili in fase di elaborazione di un progetto di bonifica. La matrice, in continuo aggiornamento, prende in considerazione 38 tecnologie in situ ed ex situ per la bonifica del suolo e delle acque sotterranee. Le variabili utilizzate includono tempi, necessità di monitoraggi a lungo termine, limiti ed applicabilità e, ove disponibili, casi di studio.